Intervista | LE CYGNE NOIR
LE CYGNE NOIR
Zombi holocaust
Intervista di Alex Daniele
Foto di RANKIN
Un pianeta che si sta autodistruggendo.... L'invasione di una nuova popolazione di zombie... Un incantesimo di moog, tastiere, chitarre e suoni moderni ispirati dai vecchi film dell'orror... Oggi è Halloween: quale notte migliore per parlare del progetto Le Cygne Noir?
Ospite della chiacchierata a seguire è George Allen: deus-ex-machina del progetto Le Cygne Noir e del relativo primo album “Shadow Of A Wrecking Ball”. Parliamo di un disco ispirato alle colonne sonore dei Goblin e ai fotogrammi diabolici di Dario Argento e di “Texas Chain Saw Massacre” come costellato dal talento di ospiti quali Julianne Regan (All About Eve), Wayne Hussey, Simon Hinkler e Mike Kelly dei Mission, Neil Taylor (Tears For Fears) e molti altri. HAPPY HALLOWEEN da parte di ASCENSION MAGAZINE & LE CYGNE NOIR!
Ciao George, benvenuto su Ascension Magazine! Sembra che la fine del mondo e una conseguente invasione di zombi si stia per avvicinare al nostro pianeta e che “Shadow Of A Wrecking Ball”, il tuo nuovo album, sia la colonna sonora di questa nuova invasione di morti viventi. Perché non iniziare la nostra chiacchierata illustrando ai lettori le immagini che accompagnano idealmente gli scenari sonori che hai creato? “Shadow Of A Wrecking Ball” è la colonna sonora di un film horror nato nella tua mente?
George: Ciao Alex, grazie per avermi voluto ospitare sulla vostra webzine. Sì, sembrerebbe proprio che siamo giunti alla fine del mondo, una situazione, grazie al tracollo politico del paese, che forse è più palpabile qui nel Regno Unito che in altre nazioni. Attenzione però: quest'album non ha nulla a che fare con la Brexit! Lo scenario che ho in testa per il mio album è quello di uno spettacolo teatrale costituito da una trama, una recitazione tipica di certi film anni ottanta e la mia musica, piena di zombi, a spaventare il prossimo. Direi che il tutto è perfetto! Attualmente sono infatti in trattativa con un teatro di Londra con cui, spero, realizzare questo mio progetto. Al momento è ancora presto per pianificare il tutto, ma non troppo per sognare.
Come, quando e perché hai iniziato a lavorare a quest'album? Qual è stata la scintilla da cui è poi cominciato tutto?
George: Un mio amico che aveva cominciato a scrivere la trama per un film di zombi mi chiese di comporre un brano musicale da inserire nella relativa colonna sonora. Parlo di qualcosa accaduto tre anni fa: io ora ho finito il mio album, lui sta ancora lavorando al suo film. La traccia che avevo composto per il suo film, “From The Grave”, è quindi diventata l'opener del mio album.
Ricordo ancora la prima e unica volta che io e te ci siamo incontrati, eravamo a Manchester. Tu mi dissi: “ah, tu sei Alex, quello che ha scritto il libro sui Mission! Piacere, io sono George, e sto scrivendo qualcosa ispirato alle colonne sonore dei film horror italiani, cose tipo i Goblin, etc”. Sono sincero: pensavo che mi stavi prendendo per i fondelli! In questo preciso momento sto però ascoltando “From The Grave” e, immediatamente, i fantasmi dei Goblin si sono materializzati nella mia testa. George, da dove nasce il tuo amore per le colonne sonore dei film dell'orrore? Quando è stata la prima volta che hai sentito qualcosa dei Goblin?
George: Cazzo, sì!!!!!!!!!!! Goblin, Claudio Simonetti, Riz Orolani: gli italiani sono i maestri delle colonne sonore di film dell'orrore! Da bambino li ho visti tutti quei film: “Cannibal Holocaust”, “Zombi” (film diretto da George A. Romero come sceneggiato da Dario Argento e conosciuto anche come “Dawn Of The Dead” - nda), “...E Tu Vivrai Nel Terrore! L'Aldilà” (in inglese “The Beyond”), “Quella Villa Accanto Al Cimitero”, “Non Si Deve Profanare Il Sonno Dei Morti” (edito anche con il titolo di “The Living Dead At The Morgue Manchester” e “Da Dove Vieni” - nda), “Zombie Creeping Flesh” (anche questa pellicola uscita con titoli diversi tra i quali “Virus – L'Inferno Dei Morti Viventi”) e molti altri ancora... La musica di questi film mi segnato moltissimo ed è da qui che ho preso ispirazione per il mio album. Ho visto i Goblin dal vivo tre volte qui nel Regno Unito e sebbene non fossero nella formazione originale le loro hit continuano a colpirti.
Rock progressivo, Pink Floyd, Goblin, moog, computer, chitarre, pianoforte, tecnologia sonora vecchia e nuova. In molti episodi di “Shadow Of A Wrecking Ball” ho avuto la netta sensazione di un suono in coraggioso equilibrio tra passato, presente e futuro. Se da un lato troviamo canzoni più vicine al rock progressivo e a certe vecchie colonne sonore, dall'altro qualcosa di invece più moderno e futuristico. George, come mi spieghi questo mix di antico e futuristico? Che la colpa di tutto questo sia dovuta all'avvento della nuova tecnologia musicale? Io non la penso così, tu?
George: E' un album bizzarro, vero? Per me ha senso solamente quando sono fuso. Ho usato le stesse tastiere per tutte le canzoni (A Juno 106, Deep Mind 12, Yamaha DX7 e un moog Sub37) unendole al pianoforte e ad altri suoni che ho creato. Il disco è un concept-album e ogni canzone è parte di un viaggio che comincia con la traccia d'apertura e man mano si snoda tra umori e generi musicali in continuo cambiamento: proprio come le scene di un film. Non l'ho mai considerato un album di genere tradizionale. Cazzo, in fondo non sto cercando di fare la pop-star! Tutti gli strumenti sono realmente suonati: volevo che il tutto fosse il più cinematografico e il meno moderno possibile.
"Walking In The Shadow Of A Wrecking Ball", per fare un esempio più concreto, è un caso perfetto per spiegare meglio cosa intendevo nella mia precedente domanda…
George: Ho scritto questa canzone nel 1992, all'epoca l'avevo intitolata “In-Between Again". Era un pezzo solo per pianoforte che poi ho adattato al resto e costruito in modo diverso. La voce lamentosa è di Jo Nye, una voce incredibile. Simon Hinkler, sì proprio il chitarrista del tuo gruppo preferito, The Mission, ha inserito nella parte centrale del pezzo alcune fantastiche parti di chitarra che, secondo il mio punto di vista, hanno cementato una certa atmosfera anni ottanta. L'assolo di chitarra finale è qualcosa di un po' buffo, ma ascoltandolo mentre guido di notte, a volume alto, riesce sempre a strapparmi un sorriso come si trattasse di un mio guilty pleasure.
Anche “Zombi Mantra” ha un suono particolarmente innovativo...
George: Inizialmente era tra i brani che avevo intenzione di scartare... Tutto quello che avevo del pezzo erano le parti soliste di un synth impazzito e un'idea molto approssimativa su come portarlo a termine. La melodia di “Zombi Mantra” rimase sul mio computer per diciotto mesi finché, mentre stavo suonando le tracce scartate del disco a mio fratello, mi sentii dire: “devi finire questo brano”! E così ho fatto! Penso che questo pezzo suoni un po' “Tron”. La parte iniziale della canzone è stata ispirata da alcuni amici, tutti Guru di Yoga, con cui sono spesso stato in giro. Ora, non fraintendere, non che io pratichi lo Yoga, ma ti parlo di persone che sanno come festeggiare in maniera molto pesante per essere poi “completamente Zen” passato il tutto: bellissimo! Sono stati la linea di basso e le parti di chitarra di Neil Taylor a salvare questo brano dal cestino.
Verso la fine dell'album il trittico formato da “No Return”, “Paying The The Price” e “Lungs” alleggerisce i toni di “Shadow Of A Wrecking Ball”, quasi rallentando la sanguinosa marcia degli zombi...
George: Un “tutto massacro” dall'inizio alla fine non è il meccanismo di un film horror. Allo stesso modo vedo così il mio album, trovandoci luci e ombre. Per esempio, mi immagino come destinazione finale di “Lungs” lo scorrere dei titoli di coda di un film di zombi girato negli anni ottanta. Il testo del brano parla di una donna il cui marito si è trasformato in uno zombi e, grazie alla magistrale interpretazione di Jo Nye, sembra un pezzo pubblicato nel 1991. Chi in questi giorni avrebbe mai desiderato inserire un assolo di sax in un brano? IO!
“No Return” ha invece funzionato molto bene grazie alla dolce voce ossessiva di Julianne Regan (Dio quanto è brava!) e trattasi di un pezzo che porta un messaggio importante per chiunque di noi.
“Paying The Price (interlude)” è invece una traccia riflessiva, un pezzo composto dopo avere riflettuto su tutto quello che abbiamo fatto al nostro pianeta. Il pezzo finale dell'album, “Inferno”, non ti preoccupare, ci riporta in botto alle atmosfere iniziali del disco. Non sono tutte canzoni tristi e, lo sai, gli zombi prima o poi ritornano sempre.
So che la cosa non ti sorprenderà affatto George, ma mi sono davvero innamorato di “No Return”. Il suo esplicito omaggio ai Beatles e la magnifica interpretazione di Julianne alla voce mi hanno trafitto il cuore. George, com'è nata questa dolcissima ballata?
George: Ho scritto quella canzone in un pomeriggio, in realtà ero al pianoforte che giravo attorno alle note di “Purple Rain” di Prince quando, improvvisamente, la musica ha iniziato a prendere un'altra direzione ed è nata “No Return”. In termini di composizione del testo volevo fare una dichiarazione, fermare un mio statement. In circolazione ci sono molte canzoni che parlano di amore e di perdita, ma “No Return” parla della perdita del nostro pianeta. Dice che l'abbiamo rovinato e basta. Non c'è un lieto fine o un modo di voltare pagina, dacché credo fermamente che se il pianeta può sopravvivere per altri cent'anni dovremmo, in ogni parte del mondo, smettere di usare combustibili fossili: cosa che ovviamente non accadrà mai. I paesi tuttora in via di sviluppo utilizzano il maggior numero di combustibili fossili, l'Occidente cerca di aiutare ad ovviare a questo problema attraverso la tecnologia... Ma quest'ultimo processo non è abbastanza veloce e, soprattutto, saranno mai tutti d'accordo su una scelta del genere? Servirà un enorme disastro internazionale di proporzioni epiche per ottenere l'obiettivo collettivo di volere cambiare le cose. Ma con la scena politica odierna che è quello che è, sinceramente, non riesco proprio a credere che riusciranno un giorno a mettersi tutti d'accordo. Puoi riciclare tutto ciò che vuoi, ma serve un grande governo per cambiare veramente le cose. TRUMP, stai leggendo cosa ho detto?
Cosa dirti di Julianne Regan? In realtà vivo molto vicino a lei, ed è stata molto gentile nel volere partecipare a questa traccia. Le parti di voce le avevo scritte io, ma lei mi ha rispedito indietro molto molto di più, e questa è stata davvero una grandissima sorpresa. Sono fortunato ad avere avuto sul disco molti musicisti famosi, ma d'altronde non credo avessero molte scelte. Ah ah !
George, grazie mille per questa chiacchierata ma, mi dispiace per te, le mie curiosità non finiscono qui! Una domanda che faccio spesso agli artisti che intervisto è di rivelarmi quali sono i cinque album che hanno cambiato la loro vita e perché ...
George: Non ne ho nessuno in particolare. Ascolto podcast, radio in streaming, Spotify e a volte mi perdo negli algoritmi senza nemmeno sapere chi siano gli artisti che sto sentendo. Un giorno, chissà, potrei approfondire la musica che sento, ma non sono il tipo di persona che si siede e ascolta un album (forse te ne sarai reso conto proprio ascoltando “Shadow Of A Wrecking Ball”). Posso però dirti che sono stato ispirato a cominciare a suonare il pianoforte dopo avere ascoltato “Hang On” di Floyd Cramar.
Torniamo a parlare di film dell'orrore! Quali sono le tre scene di film horror, come combinate con la relativa colonna sonora, che per te rimangono le migliori di tutti i tempi?
George: Scelta numero uno da “Living Dead At The Manchester Morgue (Let Sleeping Corpses Lie)”: quando Guthrie, lo zombi senzatetto, approccia una ragazza in automobile sul Lago Windermere. Musicalmente c'è più di un suono pulsante ma, aldilà del lato sonoro, adoro particolarmente quella scena: Fernando Hilbeck è davvero un buon zombi!
Qualsiasi scena tratta da “Zombi” (aka “Dawn of the Dead”) è poi perfetta. La versione nel taglio di Dario Argento contiene però più musica dei Goblin e, di conseguenza, è quella che preferisco.
La mia prossima scelta? Certamente l'ultima scena, quella della cena in famiglia, di “Texas Chain Saw Massacre”. Parliamo di quella che forse è la sequenza più intensa, psichedelica e ipnotizzante della storia del cinema horror. Chi mai potrebbe dimenticarsi del nonno decrepito che succhia il sangue dal dito tumefatto di Marilyn Burns? La colonna sonora sperimentale ad opera di Tobe Hooper è meno musicale di una disorientante cacofonia di rumori di animali, urti metallici ed effetti sonori oltremodo minacciosi: l'accompagnamento perfetto per il disordine sullo schermo!
La tua soundtrack preferita dei Goblin? E di Carpenter?
George: Dei Goblin direi “Connexion” dalla pellicola “Contamination”... Odio invece le colonne sonore di Carpenter!
“Shadow Of A Wrecking Ball” avrà un seguito? Hai già cominciato a lavorare su del nuovo materiale sonoro oppure no?
George: Sì, pubblicherò in inverno un singolo di un brano non contenuto sull'album. Lo registrerò correttamente settimana prossima, nella versione che ho recentemente riscritto. Non sono una persona che cerca sovente di trovare per forza ispirazione nel comporre, ma quando lo faccio scrivo molto velocemente e, come immaginabile, invio poi il tutto alla mia allegra brigata di amici musicali affinché possano aggiungerci le proprie parti. Personalmente trovo ispirazione sia nel bene che nel male. Di recente sono purtroppo accadute molte cose brutte nella mia vita e questo mi sta di conseguenza stimolando ad essere ancora più creativo.
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LE CYGNE NOIR
Zombi holocaust
Interview by Alex Daniele
Photos by RANKIN
A planet that is destroying itself .... The invasion of a new zombie population ... A spell of Moogs, keyboards, guitars and modern sounds inspired by old horror movies ... Today is Halloween: what better night to talk about Le Cygne Noir project?
Guest of the following chat is George Allen: deus-ex-machina of Le Cygne Noir project and its first album "Shadow Of A Wrecking Ball". We are talking about a record inspired by the Goblin soundtracks and the diabolical frames by Dario Argento and the "Texas Chain Saw Massacre" as punctuated by the talent of guests such as Julianne Regan (All About Eve), Wayne Hussey, Simon Hinkler and Mike Kelly from The Mission, Neil Taylor (Tears For Fears) and many others. HAPPY HALLOWEEN by ASCENSION MAGAZINE & LE CYGNE NOIR!
Hi George ... welcome! It seems that the end of the world and a consequent windward of zombies is approaching, and "Shadow Of A Wrecking Ball" is the soundtrack of this new invasion of living dead. Why don't we start our chat by illustrating to readers the images that ideally accompany the musical sceneries you created? Is "Shadow Of A Wrecking Ball" the soundtrack of a horror film born in your mind?
George: Hey Alex, thanks for having me on your webzine! It does seem like the end of the world, probably more so in the UK right now with our political meltdown. This album isn’t anything to do with Brexit, although you would be mistaken to think that. The visuals I have for this, is a stage show. A storyline, some 80’s b movie acting and my music with lots of zombies, and to scare the shit out of people. it's perfect for this! I’m actually in talks with a theatre in London about making this happen, but it's a bit early to plan, just not too early to dream.
How and when did you start working on this album? The spark from which it all started?
George: A friend of mine started writing a zombie movie, and he asked me to write a piece of music for it. That was three years ago. I finished the album he’s still making the movie. The track I wrote for his film was the opener on my album, ‘From The Grave’.
The first and only time we met (it was in Manchester) you said "ah, you're Alex, the one who wrote a book on The Mission!" I am George, and I am writing something inspired by the soundtracks of horror films composed by Italian artists like Goblin”. I'm sincere: I thought you were kidding me! But right now, I'm listening to "From The Grave" and immediately Goblin's ghosts appeared in my mind! How did your love for horror movie soundtracks come about? The first time you listened to something by Goblin?
George: Fuck yeah. Goblin, Claudio Simonetti, Riz Orolani, the Italians are masters of horror film music. As a kid I watched them all, 'Cannibal Holocaust', 'Dawn of The Dawn' (Dario Argento cut), 'The Beyond', 'House by the Cemetery', 'The Living Dead at the Manchester Morgue', 'Zombie Creeping Flesh', the list goes on... The music from these films stuck to me and my album is inspired by that. I’ve seen Goblin live, three times in the UK and although it's not the original line up, they still bash out the classics!
Back to your album... I think it's time to talk about prog-rock, Pink Floyd, Goblin, Moogs, computers, guitars, piano, old and new sound technology. In many songs of "Shadow Of A Wrecking Ball" I had the clear sensation of a sound in a brave balance between past, present and future. On the one hand we find songs closer to prog-rock and old soundtracks, on the other, something more modern and futuristic. How do you explain this mix of old and futuristic? Just blame the advent of new music technology? I don't think so. You?
George: It's a weird album, right? It makes sense to me when I’m stoned. I used the same keyboards throughout, A Juno 106, Deep Mind 12, Yamaha DX7 and a Moog Sub37 along with real pianos and some other sounds I made up. The songs are a journey from the opening track onwards, it's a concept album, so musical genres and moods are changing, as they would in a film. I never saw this as a traditional genre-based album, fuck that, I’m not trying to be a pop star here. All the instruments were played, and I wanted it to be more cinematic and less modern.
"Walking In The Shadow Of A Wrecking Ball", for example, is a perfect case to explain what I meant in the previous question ... Could you tell me more about this song?
George: I wrote that song in 1992, back then it was called ‘In-between Again’. It was just a piano piece. I just adapted it and built it. Jo Nye sang the wailing vocals, she was amazing. Simon Hinkler from your favourite band, The Mission, did some great guitar solo parts in the middle section, that cemented the 80’s vibe for me. The end guitar solo was just a bit of a fun really, but driving in my car late at night, turned up loud, it does bring a smile to my face, like a guilty pleasure.
But also "Zombi Mantra" has a particularly innovative sound ... Tell me about this track ...
George: I was going to dump this track, I had the mad synth solo parts and a rough idea, but the tune sat in my computer for 18 months, and I was playing through these ‘discarded tracks’ with my brother one day and he said ‘ you have to finish this track’. So, I did. I think it sounds a bit ‘TRON’.. The Opening part of the song is inspired by some friends I’ve been hanging out with, who are Yoga Guru’s, not that I do yoga, but they know how to party hard, and be all Zen about it after. Lovely. Neil Taylor’s bassline and guitar parts saved this track from the bin..
Towards the end of the album, the triptych formed by "No Return", "Paying The Price" and "Lungs", loosens the bloody atmosphere of this march of zombies ... Why this choice?
George: I think ‘all carnage’ is not how a film runs. That’s not how I see my album either, I see light and shade too. For Example, I see ‘Lungs’ set to film titles rolling at the end of an 80’s zombie film. I only put ‘Lungs’ in because it's so crass. The Lyrics are about a woman whose husband has turned into a Zombie, masterfully sang by Jo, and set to a song which sounds like it was out in 1991. Who would have a sax solo these days?. ME. ‘No Return’ turned out well with Julianne Regan’s sweet haunting vocals, how great is she!. That song has a message to us all. ‘Paying the Price (interlude)’ is a reflective track after contemplating about what we have done to the planet. The final track on the album ‘Inferno’ brings it back with a bang, don’t worry, it's not all sad songs. The zombies always return.
I know it won't surprise, but I really loved “No Return”... His explicitly Beatles feeling moved me a lot. The voice of Julianne Regan: wonderful! What about this sweetest ballad?
George: I wrote that song in an afternoon, I was actually at the piano working out 'Purple Rain' by Prince and I started going off in a different direction and 'No Return' was the result. In terms of writing the lyrics, I wanted to make a statement. There are lots of songs out there talking about love and loss, but this is a song about the loss of our planet. It says we have fucked it up and that’s that. There is no happy ending or turn around, as I believe in order for the planet to survive the next 100 years we need to stop using fossil fuels today, worldwide. That just will not happen. Developing countries are using more fossil fuel, The West try and help with technology, but its not quick enough, and for the world to agree on this ? It will take a huge international disaster of epic proportions to get a collective objective to change... With politics as they are, I just cant see it happening; You can recycle all you want, but it takes big government to change. Are you reading this TRUMP.?
As for Julianne, I actually live very close by to her, and she was very kind in singing these amazing vocals for the track. I wrote her parts but Julianne sent back even more, and it was a great surprise. I’m lucky to have several top musicians play on the record, i don't think they had much choice ! Haha!
George, thank you very much for this chat ... But my questions do not end there: I still have a couple of curiosities to satisfy. A question I often ask artists that I interview is to reveal to me what are the five albums that have changed their lives and why ... Your five? And why?
George: I don’t have any. I listen to pod casts/talk-radio/Spotify and I get lost in the algorithms sometimes, but I never know who the artists are. I might get more into music one day, I’m not someone who would sit down and listen to an album (can you tell by mine?). I was inspired to play piano after listening to ‘Hang On’ by Floyd Cramar.
The three scenes of horror movies combined with their relative soundtrack that, for you, are the best of all time ...
George: Number one: 'Living Dead at the Manchester Morgue (Let Sleeping Corpses Lie)' with ‘Guthrie’ the homeless zombie, approaching the girl in the car in Lake Windermere. More of a pulsating sound musically, but I love that scene, Fernando Hilbeck acts a good zombie.
Two: any scene at all from 'Dawn of the Dead'. The Dario Argento cut has more music in it from Goblin, so I prefer that one.
Three: The final ‘family dinner’ scene from 'Texas Chain Saw Massacre'. Possibly the most intense, psychedelic and mesmerising sequence in horror cinema - who can forget the decrepit grandfather sucking the blood from a beyond-traumatised Marilyn Burns’ finger? Tobe Hooper’s experimental score is less music than a disorientating cacophony of animal noises, metallic crashes and ominous sound effects - the perfect accompaniment to the derangement onscreen.
Your favorite soundtrack by Goblin? And by Carpenter?
George: Goblin: 'Connexion' from a film called 'Contamination'. And I fucking hate the Carpenters.
Will "Shadow Of A Wrecking Ball" have a sequel? Have you already started working on something new?
George: Yes, I’m going to release a single in the winter, that’s not even on the album. I’m recording it properly next week, as I’ve recently written it. I don’t get inspired to write often enough, but when I do, I write very quickly and farm it out to my merry band of musical friends to add their parts. I find inspiration in good and bad. There has been a lot of bad in my life recently, so I’m getting quite creative.
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