LIVE REPORT: GRAUZONE 2025
Den Haag (Olanda) 7-8-9 Febbraio 2025
VENERDI 7 FEBBRAIO. Dopo una lunga assenza dai palchi internazionali, approdo in Olanda, precisamente a Den Haag, per il GRAUZONE FESTIVAL. Tre giorni di concerti (e non solo) articolati in diversi punti della città olandese, per un’offerta musicale abbastanza eterogenea, seppur ovviamente incentrata sulla galassia sonora “oscura”. Stanchi per il viaggio ed accolti da un vento gelido, eccoci al PAARD, quartiere generale del festival. L'impressione è subito ottima, per la location, per l'organizzazione e per il pubblico, numeroso (il festival è sold out), di età assai variegata, cosa tutt’altro che scontata.
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Si parte con ACTORS band che mi permette di aggiungere l’ennesimo tassello al mio personale elenco di bands viste dal vivo. Il quartetto canadese ci offre uno show intenso e gradevole, grazie alla loro musica assolutamente catchy e melodica.
E’ la volta dei SELOFAN, coi quali non posso essere imparziale in quanto si tratta di amici, ma il loro show è stato innegabilmente valido anche stasera, con una scaletta prevalentemente imperniata sul più recente disco “Animal Mentality”. Tocca a ZOLA JESUS, che si propone con la formula “minimal" per sola voce e pianoforte...sulla sua bravura niente da dire, ma questo tipo di proposta (che già non mi entusiasma) male si abbinava alla mia stanchezza, ergo, dopo una manciata di brani si opta per fare ritorno in hotel.
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SABATO 8 FEBBRAIO. La giornata inizia con la proiezione del film documentario su GENESIS P. ORRIDGE: interessante e ben fatto, per conoscere meglio la vita di un personaggio di cui sapevo abbastanza poco. Il primo dei concerti a cui assisto oggi sono i CHALK, trio di Belfast che non conoscevo e che hanno proposto un grintoso concerto ed un sound che mescolava rock, techno ed altro. Interessanti. È la volta di XENO & OAKLANDER, istituzione della scena minimal synth che non ha deluso le attese, con uno show tutto da ballare. Impressionante la quantità di cavi che spuntano dai marchingegni analogici del duo americano!
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A seguire, uno dei motivi di questa trasferta, ANJA HUWE , ovvero X-MAL DEUTSCHLAND.... che dire? Show strepitoso! 66 anni (ed oltre 30 dall’ultimo concerto) e non sentirli per una donna che ha ancora una gran voce e carisma da vendere, supportata da una gran band. In scaletta i brani del suo nuovo album (“Codes”) ed una raffica di classici che hanno sancito un autentico trionfo! La nostra serata si chiude con una manciata di brani della statunitense GENEVA JACUZZI; synthwave piacevole, per uno show che ha però il suo punto di forza nell’aspetto visivo grazie ai costumi ed una scenografia bizzarra.
DOMENICA 9 FEBBRAIO. L'ultimo giorno del festival è quello con la più ricca offerta e che costringe quindi alle classiche rinunce alcune però dovute anche a scelte a mio modesto avviso discutibili, degli organizzatori. Ma andiamo per ordine... Aprono la giornata i SACRED SKIN, band di Los Angeles dal look e dal sound decisamente eighties...conoscevo già i loro due dischi caratterizzati da un sound molto melodico, che anche dal vivo ha saputo farsi apprezzare. La successiva proposta del mainstage sono gli inglesi CROWS ...non mi interessano e vorrei rivedere i TOPOGRAPHIES e NIGHT IN ATHENS ma purtroppo i due act sono stati assegnati al terzo palco del PAARD, decisamente piccolo e comunque nettamente insufficiente per la moltitudine che vi è accorsa...appurato che non avrei visto nulla e mancava letteralmente lo spazio fisico su cui poggiare i piedi, cerco di ripiegare sul secondo stage dove sta suonando SPIKE HELLIS, ma anche qua niente da fare, un muro umano mi accoglie all’ingresso! Non mi resta che tornare nel main stage ed attendere l’inizio dello show di ADULT...che dire? Nonostante non siano la mia “cup of tea”, show devastante, forse il migliore tra quelli visti in questi tre giorni. Elettro-punk, o come volete chiamarlo ad alto tasso adrenalinico, per la classica band che dal vivo rende meglio che su disco.
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A chiudere il festival tocca a TR/ST . A suo tempo avevo apprezzato molto i dischi del progetto canadese, che poi ho un po' perso di vista... sinceramente, anche se i brani hanno un forte appeal danzereccio, il live non è una dimensione a lui particolarmente congeniale (anche per via di una prestazione vocale mediocre).
Direi che venire al GRAUZONE è stata un’ottima decisione. Un festival ben organizzato, con una proposta musicale originale, non appiattita su nomi scontati. Come ha detto qualcuno prima di me "non escludo il ritorno".
(a cura di Giorgio Brivio)
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