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RECENSIONI OTTOBRE 2025

  • Immagine del redattore: ascensionmagazine
    ascensionmagazine
  • 6 ore fa
  • Tempo di lettura: 3 min

DESINTERESSE “Onschuld”

(lp, digitale/Fabrika Records)


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Desinteresse è un progetto olandese (che canta in lingua madre) che, dopo l’esordio del 2023, autoprodotto ed edito solo su cassetta, rilascia oggi per Fabrika Records l’album “Onschuld”. Solo otto brani (come si faceva una volta) che in primis rimandano ai Cure di “Seventeen Seconds” e “Faith”; un post-punk dai toni decisamente crepuscolari (si veda anche l’artwork del disco) che ci offre i due migliori brani (almeno a mio parere) in apertura e chiusura, con la title-track e “Denkt U”. “Onschuld” è un disco dai toni malinconici e decadenti che, seppur avendo radici ben salde nel passato ed essendo quindi inevitabilmente “citazionista”, ha il pregio di distaccarsi dalla maggior parte delle attuali produzioni, prevalentemente dedite alla synthwave e ad un post-punk più “tirato”. Un disco decisamente interessante. (Recensione a cura di Giorgio Brivio).

 



MAGIC WANDS “Cascades”

(lp, digitale/Metropolis Records)


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Duo nato nel 2008 a Nashville, ma ora di stanza a Los Angeles, i Magic Wands sono caratterizzati da un sound sognante che fonde elementi dream-pop, shoegaze, post-punk e goth; i brani poggiano su tappeti di synths, drum-machine e chitarre liquide, combinate ad un’eterea voce femminile, che vanno a creare le atmosfere sognanti di cui abbiamo detto. Tutti questi elementi li ritroviamo nel nuovo album (il sesto della loro discografia) “Cascades”, un viaggio sonoro articolato in dieci brani, tra echi di Cranes, Cocteau Twins, All About Eve e tant’altro. Album valido e compatto, senza cadute di tono per una band che merita maggior attenzione.

(Recensione a cura di Giorgio Brivio)

 

 


MEMORY INDEX “Erosion”

(cd, digitale/Transmission Records)

 

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Progetto solista da Indianapolis (USA), Memory Index esordisce su Cold Transmission con l’album “Erosion”. L’album si articola in nove tracce di quella che ormai siamo soliti chiamare “coldwave”. Se i primi due brani (“Hyper Violence” e “Transpose”) non sono niente male, esprimendo un sound minimale e glaciale, con una bassline che ha forti rimandi ai primi New Order, il resto del disco si trascina in maniera piuttosto piatta, regalando solo al suo penultimo atto (“Sorrows”) un altro episodio degno d’attenzione. Troppo poco per farsi notare nel marasma di dischi che escono ogni mese e la conferma (ahinoi) che di questi tempi la quantità prevale decisamente sulla qualità. (Recensione a cura di Giorgio Brivio)

 



GREY GALLOWS “Dunkelheit”

(cd, digitale/Transmission Records)

 

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Quarto album (terzo su Cold Transmission) per i greci Grey Gallows, band che dal gothic-rock delle origini è andata progressivamente virando verso sonorità maggiormente “sintetiche”. “Dunkelheit” mantiene quanto promesso nel titolo: oscurità in salsa elettro-dark per otto tracce che si sviluppano lungo coordinate già ampiamente sperimentate da decine di bands; il risultato è un disco senza infamia e senza lode, che si lascia ascoltare, ma senza lasciare particolari ricordi dietro di sé e per cui dovrei ripetere quanto già scritto riguardo Memory Index: purtroppo siamo in una fase dove la quantità delle pubblicazioni ha la meglio sulla qualità. (Recensione a cura di Giorgio Brivio)

 



NOVEMBER NOVELET “Electrical”

(cd, lp, digitale/Galakthorroe)

 

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A dieci (!!!) anni di distanza da “The World In Devotion”, Mrs. & Mr. Arafna tornano ad indossare i panni di November Novelet per offrirci un altro gioello di elettronica minimale. L’universo in bianco e nero del duo teutonico si espande, attraverso undici tracce di algido minimalismo “synth-etico” che, come freddi bisturi, penetrano nella carne. Uno sguardo rassegnato sulla condizione umana e sugli amori infranti, articolato su brani glaciali che nulla aggiungono al modus operandi di November Novelet, ma ne rinnovano il fascino. In un lavoro che, al solito, brilla per compattezza, voglio citare “All The Blame”, “I Look Into Faces” and “Catching The Stars”. Dove Haus Harafna incarna la rabbia e la disperazione in modo anche brutale, November Novelet è l’altro lato della medaglia, quello della consapevolezza della fine, rappresentata con toni più tenui ma non per questo meno d’impatto. Ottimo.

(Recensione a cura di Giorgio Brivio)

 
 
 

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