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Recensione: Hante "Fierce"

HANTE "Fierce"

(lp, cd, Synth Religion)

E' un periodo in cui le collaborazioni vanno di moda e non sfugge a questo trend nemmeno "Fierce", il nuovo album di Hante, un disco intenso, fatto di "Passioni ed ossessioni", per usare le sue stesse parole. Giunta al suo quarto disco, Helene De Thoury segna con "Fierce" quello che reputo essere il punto più alto della sua produzione musicale, anche in virtù delle già citate collaborazioni che danno nuova linfa alla sempre pregevole coldwave del progetto francese. Aperto da due ottimi brani come "Tomorrow Is A New Day" e "Wild Animal", declinati lungo le coordinate di una coldwave melodica e ballabile, il disco ci regala la prima collaborazione con la crepuscolare "Unknown" in cui canta Solveig Matthildur delle Kaelan Mikla: ottimo risultato per uno dei migliori brani del disco! Sono i connazionali (e compagni di label) Marble Slave e Fragrance ad unirsi a Helene nella malinconica "Nobody's Watching", altro pregevole brano. Ancora voce maschile ed ancora atmosfere rarefatte e crepuscolari per "No Tenderness", in cui canta Søren Peter Nielsen, del progetto danese Aetervader. L'ultima ospitata è quella di Box Von Due (chi la conosce?) per "The Moon Song", pezzo delicato ed etereo. La qualità del disco è ovviamente alta anche quando Helene non ha collaboratori, come in "Waiting For A Hurricane", "Serre-Moi Encore", "Silence The Voices" e la conclusiva "Never Over", per un disco che sciorina coldwave d'alta qualità, in equilibrio tra romanticismo (sopratutto) e ballabilità. Voto: 8/10

http://www.synthreligion.com/

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