Recensione: Diary Of Dreams "Melancholin"
DIARY OF DREAMS “Melancholin”
(cd, Accession Records)
Ennesimo capitolo del “diario dei sogni”…. Sono anni che inizio le mie recensioni dei dischi di Diary Of Dreams con questa frase e non ci volevo rinunciare nemmeno oggi, per parlare di “Melancholin”, ultima fatica del progetto di Adrian Hates, che giunge a ben sei anni di distanza dal precedente “Hell in Eden”. Sarà per via di questo lungo periodo di silenzio, ma questo disco mi riconcilia con la musica della band teutonica, dopo una serie di album che mi parevano aver perso buona parte dell’ispirazione dei primi dischi (stiamo parlando di un progetto storico del panorama darkwave, attivo sin dal 1994 e che almeno sino al 2009 non ha sbagliato un disco, o quasi) ed iniziavano a denunciare una certa “meccanicità” nel loro svolgimento. Intendiamoci, “Melancholin” è al 100% un disco “alla Diary Of Dreams”, intriso dei toni drammatici, epici ed al contempo ballabili/melodici che sono da sempre il “trademark” del sound di Adrian Hates, ma il tutto oggi torna ad avere una credibilità ed un’intensità che mi sembrava esser andata almeno in parte smarrita. Introdotto dai singoli “The Secret” e “Viva La Bestia”, il disco offre altri episodi da ricordare con l’iniziale “Mein Werk Aus Zement” e soprattutto con le accattivanti “The Fatalist” e “Gedeih & Verderb”. Tornate a sfogliare il diario dei sogni, non ve ne pentirete. Voto: 8/10. Recensione a cura di Giorgio Brivio
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