Recensione: The Frozen Autumn "The Shape Of Things To Come"
THE FROZEN AUTUMN “The Shape Of Things To Come”
(mini lp, Avantgarde Music)
A ben sei anni di distanza dall’album “The Fellow Traveller”, i Frozen Autumn tornano sulle scene con il mini-lp a tiratura limitata (300 copie in vinile viola, 100 copie in vinile blu) “The Shape Of Things To Come”. Trent’anni di carriera parlano da soli, per un progetto che a pieno titolo si è guadagnato un posto di primo piano nel panorama “darkwave internazionale” cesellando, disco dopo disco, un sound sintetico che partendo dalla lezione degli amati Clan Of Xymox (e non solo) ha sviluppato una propria personalità che vediamo riaffermata anche nelle sei tracce che compongono l’ultima fatica del duo italiano. Il disco si apre in maniera magistrale con “Autosuggestion”, otto minuti che sono un manifesto del sound di The Frozen Autumn: affidata alla voce di Diego, il brano miscela sapientemente ritmiche dance e melodia, per un brano che da solo varrebbe già l’acquisto del disco. Per “Origami Clouds” è il turno della voce di Arianna, mentre la chiusura del lato A è affidata alla title-track, pregevole brano strumentale dai toni notturni, in cui la darkwave convive con un minimalismo elettronico “alla Kraftwerk”. “Midnight Sun City” (le cui prime note mi hanno ricordato molto “Savage Logic”, classico hit dei Die Form) apre la seconda facciata e si rivela come l’altro punto di forza del disco. La decadente malinconia di “Livid Velvet Waters” e le linee eteree e rarefatte di “Mosaics” completano l’opera. “The Shape Of Things To Come” è un altro prezioso tassello della discografia di The Frozen Aumumn: una certezza per i loro fans storici, un ottimo punto di partenza per i neofiti.
Voto: 8/10 (Recensione a cura di Giorgio Brivio)
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