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Recensione Frank The Baptist: "Road Omen"

FRANK THE BAPTIST

Road Omen

(CD, Alice In...)


In una carriera lunga praticamente un ventennio, Frank Vollmann si è caratterizzato per un trasformismo che lo ha portato a calzare alla perfezione i panni di più personaggi. Con i Frank The Baptist lo abbiamo apprezzato nelle vesti del sognatore gotico di “Different Degrees Of Empty” e, più recentemente, in quelle del corsaro rock di “As The Camp Burns”. Venditore ambulante di elisir miracolosi sotto il monicker di Telegram Frank, simpatico cantastorie di filastrocche acustiche nel progetto Dirty Weather (in coppia con Lucas Lanthier dei Cinema Strange e The Deadfly Ensemble), di Frank Vollmann abbiamo fin qui apprezzato moltissime facce diverse. Chi sarà oggi Frank Vollmann? Quale personaggio interpreterà in questa nuova fatica di Frank The Baptist? Personalmente non lo so, non gliel'ho chiesto, ma ascoltato più volte questo disco mi sono fatto l'idea di un commesso viaggiatore bramoso di descriverci i luoghi che ha visitato. In “Like Vandals Did (When In Rome)” Frank ci riporta dunque negli anfratti gotici dei suoi primi due album, mentre in “Angry Kids Of Jealous Gods” (una delle mie canzoni preferite da “Road Omen”) preferisce descrivere il proprio rock attraverso il linguaggio di un vecchio film western. Per chi (come il sottoscritto) segue questo progetto sin dai suoi inizi le sorprese andranno sempre di pari passo con le conferme. Il suono del gruppo cambia sempre, ma la timbrica di Frank rimane una costante che, al pari di band molto più blasonate di Frank The Baptist, è trademark of quality di un prodotto personale e unico. “Road Omen”, ma come d'altronde ogni altro capitolo della storia dei Frank The Baptist, si contraddistingue dal resto dell'universo musicale per un suono rock originale, diverso da quello di qualsiasi altra band in circolazione di oggi come di ieri, dove il moderno indie-rock si confonde con il post-punk degli ottanta, la psichedelia e il punk dei settanta, il pop dei sessanta. “Road Omen” è un viaggio attraverso settant'anni di musica rock riassunto in undici canzoni, diverse ma legate tra loro da un fil-rouge ben preciso. “Die, Die My Darling” è una cover dei Misfits come ripresa da The Doors o The Stranglers (con tanto di organo in bell'evidenza), “Till The Day” (altra mia canzone preferita) suona come un omaggio di Frank The Baptist verso i grandi nomi del rock anni settanta. Che dire? Cos'altro aggiungere? Che “Second Halloween (You Better Run)” e “Venomenon” sono due dei brani migliori che abbia mai ascoltato su un disco dei Frank The Baptist? Non saprei. Mi sento di non volere aggiungere altro, se non lasciare a voi la scoperta di un album (come già detto) ricco di sorprese come di conferme. Voto 8,5/10

https://frankvollmann.com/frankthebaptist/category/news/


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