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Recensione: The Foreign Resort "Outnumbered"

THE FOREIGN RESORT "Outnumbered" (lp, cd / Artoffact Records)

Sarà che mentre scrivo queste righe si celebrano i 30 anni di "Disintegration", ma è innegabile che a The Foreign Resort i Cure piacciano parecchio, anche se, a dire il vero, il disco di Robert Smith & co. di cui avverto le maggiori influenze è "Wish" (nei suoi episodi migliori, ovviamente, non certo in quelli beceri come "Friday I'm In Love"): chitarre liquide che, tanto per dare un'idea, rimandano a brani come "From The Edge Of The Deep Green Sea", per non parlare poi dell'impostazione vocale di Mikkel Borbjerg Jakobsen. "Outnumbered" è il quarto album della band danese; arriva a ben cinque anni dal precedente e sopratutto, li vede approdare su una grossa label come la canadese Artoffact, con un disco decisamente valido, pronto a lanciarli nelle alte vette del panorama underground. Le undici tracce dell'album sciorinano una darkwave graffiante e convincente, in equilibrio tra rabbia e malinconia; un guitar-sound epico e malinconico, per un disco compatto dall'inizio alla fine, a cui manca forse solo il pezzo che svetti sugli altri, quello con le caratteristiche da vero e proprio "singolo". Lavoro quindi omogeneo, da apprezzare nella sua interezza, che mette comunque in evidenza tracce come "She's Lost", "Burn In The Night", "Clouds", "Hearts Fade Out", "Send Your Heart To The Riot" e la conclusiva title-track. Indubbiamente il miglior disco di The Foreign Resort, nonchè una delle milgiori pubblicazioni dell'anno in corso. Voto: 7,5/10

https://artoffact.com/

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