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Gothic-rock by THE ROPE | Recensione nuovo album e raccolta

THE ROPE

Collection

(CD/Digitale, Swiss Dark Nights)

Lillian

(CD/Digitale, Swiss Dark Nights)

Se vi piace il gothic-rock classico, credetemi, sarà difficile rimanere indifferenti di fronte a così tanta forza evocativa come quella sprigionata dai The Rope. La poderosa batteria tribale di “The Silence” (il brano che apre le danze di “Collection”) ha il sapore di un incipit-lasciapassare per quella hall of fame in cui si sono celebrate le gesta di Southern Death Cult, Play Dead e Red Lorry Yellow Lorry. E se un inizio così non si sentiva da tempo immemore (almeno in area gothic) è con la successiva “Water To Wine” che i The Rope dimostrano di potere fare anche di meglio. Magia pura, non abile gioco di prestigio, “Collection” raccoglie dodici urgenze oscure convincenti minuto su minuto: proprio come se “QUEL” passato tra positive-punk e gothic-rock non fosse mai morto. “Jericho”, con la sua ritmica sfrenata e un'epica gotica da pieni anni novanta, farà oggi drizzare i capelli (ovviamente cotonati ad hoc) anche a chi è rimasto senza; questi americani del Minnesota fanno davvero sul serio! Turbolenti e a briglie sciolte quando si tratta di afferrare l'ascoltatore per la giugulare con cavalcate gotiche togli-respiro, i The Rope sanno fare altrettanto bene quando si cimentano nel buio di ballate profonde e criptiche. “Collection”, per farla breve, è un lavoro che non può assolutamente mancare nella collezione di qualsiasi appassionato di musica oscura. Voto: 10/10

Quattro anni dopo “Waters Rising” (uno dei due EP raccolti in “Collection”), sebbene senza avere limato l'impeto battagliero degli esordi, i The Rope ci consegnano un lavoro a lunga durata più pensato e raffinato. Con “Lillian” la band di Minneapolis consolida dunque una maturità di suono acquisita molto rapidamente e in maniera del tutto naturale. Soddisfatta l'impellenza d'esordio di conquistare l'ascoltatore aggredendolo con la propria rabbia, i The Rope di “Lillian” vagano tra brani più variegati, così da diversificare il suono e non ripetere le atmosfere dei due EP. Al di là del coraggio dimostrato nella scelta pop di “Gravity” o in quella vagamente blues di “Now You Know”, il gruppo capitanato da Jesse Hagon non perde comunque l'abitudine per drumming tribali (c'è qualcosa che mi ricorda gli americani The Wake in certe scelte ritmiche dei The Rope) ed epiche cavalcate post-punk. Le escoriazioni gotiche di “Terminus” e “Lead” rimandano quindi, con piacere, all'immediatezza di un corposo dark-sound suonato con i muscoli e non solo con la testa. I The Rope, se non l'aveste capito, sono IL nuovo gruppo gothic-rock da seguire senza indugi! Voto: 9/10


https://swissdarknights.bandcamp.com/

https://www.facebook.com/TheRope1/

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