Recensione: La Grazia Obliqua "Canzoni per tramonti e albe | Al crepuscolo dell'Occidente&q
LA GRAZIA OBLIQUA
Canzoni per tramonti e albe
Al crepuscolo dell'Occidente
(CD/Digitale, X-Records)
Industrial, post-punk, dark-wave, EBM, gothic, folk, cantautorato: tutte le strade soniche portano a Roma, nel caso specifico al quartiere generale dei La Grazia Obliqua. Vissute sul filo di un pericoloso equilibrio tra vita e morte, rassegnazione e rabbia, queste canzoni pensate per “tramonti e albe al crepuscolo dell'occidente” rappresentano un interessante intrecciarsi di emozioni intense, con suoni che rimandano a immagini forti. Ogni brano ha una propria personalità, sovente opposta a quella del pezzo precedente, quasi a narrarci quello che in fin dei conti altro non è che il teatrino della vita quotidiana. L'universo degli opposti de La Grazia Obliqua segue schemi imprevedibili: dalle disturbanti disfunzioni dark/electro di “Kaos/Sempre” alla misantropia gothic-folk di “Genealogy”, dalla new-wave nevrotica di “Oasis” all'intelligente elettronica da ballo di una “Velvet 1994-2000” dedicata ad uno dei dark-club storici delle notti romane di “qualche anno fa”. È la vita, con i suoi ricordi, i suoi sogni e i suoi sbagli, quello che questo collettivo capitolino ci sbatte sfacciatamente addosso in un emozionante turbinio di intenzioni sonore che mettono d'accordo Battiato con i Bauhaus, Fiumani con i Death In June e la musica cosmica (cito “Friedrich”), Wakeford con gli IANVA. Siamo nel pieno della torrida estate del 2019, si apre il sipario sul palcoscenico della vita, suonano/parlano La Grazia Obliqua: siete tutti invitati ad uno degli spettacoli più crudi dell'anno. Chiude la scena “Pasolini”: una ballata, commovente e sincera, dedicata alla figura decadente di uno degli artisti che, senza alcun dubbio, ha maggiormente influenzato la condizione di “grazia obliqua” di questo lavoro di sincerità estrema.
Voto: 8/10
https://lagraziaobliqua.bandcamp.com/