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Recensione | Hapax "Monade"

HAPAX

Monade

(CD/LP/Digitale, Swiss Dark Nights)


Il terzo album di ogni artista, perlomeno dal mio personale punto di vista, è sempre il più difficile. Un secondo album sulla falsariga dell'esordio può ancora passare, un terzo disco clone dei precedenti no. Con “Monade” gli Hapax riescono a scampare il pericolo di ripetersi attraversando un percorso fatto di cambiamenti, a tratti piccoli e impercettibili altrove inattesi quanto coraggiosi. Lo spirito romantico di “Stream Of Consciousness” e “Cave” è rimasto intatto ma, per dirla in termini aulici, “Monade” da l'impressione che il sogno abbia lasciato il posto alla realtà. “Creature Of Distance” e “Elegy”, i due brani in apertura del nuovo album, ci propongono gli Hapax più nudi e crudi che mai, con un'interpretazione di Michele Mozzillo più viscerale del solito e un intrigante alternarsi tra virgole romantiche e accenti tempestosi. Il sicuro riempi-pista di “Parallel Words” riporta gli Hapax nelle playlist dei dark-club, mentre “Shining Lover”, ballata impregnata da sonorità oniriche che mi hanno ricordato i momenti migliori di The Frozen Autumn e Clan Of Xymox, ce li riconsegna nella loro formula più intima e struggente. “Truth Or Lie”, non a caso la mia preferita dall'album, è un continuo avvicendarsi di sostenute ritmiche post-punk e avvolgenti melodie cold-wave in un equilibrio perfetto che non cede mai alla banalità. Per nulla scontato il finale del disco dove, con mia grande sorpresa, Michele Mozzillo e Diego Cardone si immergono anima e cuore in una sperimentazione libera, non estranea a reminiscenze apocalittiche e situazioni ambientali cosmiche, come appoggiata su una rigida e fredda ritmica. Terza prova superata a pieni voti. Voto: 8,5/10

https://swissdarknights.bandcamp.com/

https://www.facebook.com/hapaxband



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