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Recensione: Night Sins "Portrait In Silver"

NIGHT SINS "Portrait In Silver" (lp, cd / Funeral Party Records)

Il quarto album di Night Sins, progetto dell'americano Kyle Kimball, segna un'evoluzione piuttosto decisa del suo sound, che dopo tre dischi all'insegna di sonorità prettamente gothic-dark "alla Sisters Of Mercy", vira verso una matrice maggiormente elettro-pop, "alla Cold Cave". Per esplicare il concetto, sulla pagina Bandcamp della Funeral Records si dice che è come se si fosse passati dal suono di Floodland a quello di Violator; ovviamente la matrice "oscura" è sempre ben presente nel sound di Night Sins, ma ora sono i synths a prevalere sulle chitarre, per sonorità maggiormente melodiche-ballabili. "Lonely In The Mirror" e "For People Like Us" aprono ottimamente il disco e giustificano il rimando a Cold Cave, le cui coordinate stilistiche emergono anche in "Two Headed Dream". "Daisy Chain" esaspera la svolta elettro-pop, pagando pegno a Depeche Mode, De/Vision e similari, mentre "Annihilator" fa emergere prepotente la sagoma di Trent Reznor e dei Nine Inch Nails di "Pretty Hate Machine". Meravigliosamente malinconica è la title-track, mentre la traccia in cui si avverte maggiormente l'influenza del passato, almeno a livello di atmosfera cupa, è "Hot Dose", che però poggia anch'essa su una base puramente elettronica. Si chiude coi toni prettamente synth-pop di "Breathe". Otto tracce per un disco senza riempitivi, che porta nuova linfa al sound di Night Sins, per una svolta che reputo assolutamente positiva e riuscita. Voto: 8/10

www.thefuneralparty.com

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