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Recensione : FUNHOUSE "Sometimes I Wish..."

FUNHOUSE “Sometimes I Wish...”

(CD, Digital / M&A Musicart)

 



Dicevano di questa band svedese: “più Mission dei Mission stessi”! Il mio, credetemi, non è però un volere sminuire le capacità di questa band che, soprattutto dal vivo, era capace di un'energia incredibile. Figuratevi che io e Mikael, il cantante e frontman dei Funhouse, più volte abbiamo scherzato su questa cosa. Ma se la sua principale ispirazione e fede musicale sono appunto sempre stati i Mission, che ci possiamo fare? E che ci possiamo fare se, molte volte, alcuni brani dei Funhouse erano persino migliori di quelli degli “originali”. Ventuno anni dopo l'ultimo 'Flames Of Love' i Funhouse sono tornati alla carica. Qualcosa però è cambiato, ma non nel modo in cui ci potremmo immaginare. Se 'Flames Of Love' si distaccava quasi del tutto dal suono missionario dell'album 'Never Again' o della grandiosa raccolta 'Forever True', qui la band scandinava rimescola un po' le carte giocatesi fino ad oggi. Sono quindi tornati a suonare come i loro beniamini? La risposta è “ni”. Sicuramente più missionario del lavoro precedente, ma non come gli altri due titoli citati, 'Sometimes I Wish' trasuda di quel gotico chitarroso, nervoso, romantico, reso tale dall'impostazione vocale di Mikael Korner e dalle ritmiche sempre sostenute dei brani. 'Sometimes I Wish' è la quintessenza di quel gothic-rock romantico, brioso, disperato, in cui i sussurri si trasformano in urla e dove la dolcezza si mescola alla rabbia. 'Falling' e 'Dark And Stormy', con il loro impetuoso attacco “alla Mission” (ehm, possiamo dirlo), sono tra i brani più vicini a quelli dei vecchi Funhouse, di conseguenza anche tra i più immediati. Molto intriganti ed energiche anche 'Do You Love Me' e 'What Can I Say' (con 'Falling' e 'Dark And Stormy' le mie preferite dal lavoro), in cui i Funhouse hanno occasione di alzare lo scettro del potere di quel gotico che tirava da paura negli anni novanta. 'Stay With You', con la sua ritmica danzabile, è un esperimento nuovo per il gruppo svedese che, se solo qualche dj osasse un po' di più, potrebbe rinnovare le scalette di certi dancefloor dove non c'è una volta in cui non senti 'Never Let Me Down' dei Depeche Mode, o 'Ritüel' degli She Past Away. Voto: 9/10

Recensione a cura di Alex Daniele 


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