Recensione | The Coventry: "Deep Detachment"
THE COVENTRY
Deep Detachment
(CD/Digitale, Swiss Dark Nights)
Incorniciato da un'immagine di copertina che riassume la desolazione di quello che potrebbe essere un gelido inverno di periferia, "Deep Detachment" si porta appresso tutta quella meravigliosa malinconia tra post-punk e cold-wave di cui avevamo già goduto con il debutto di "The Art Of Survival". Ad un anno esatto dalla pubblicazione dell'esordio, la band pugliese si ripresenta dunque più agguerrita che mai, subito forte di un brano caratterizzato di impasti post-punk memorabili. "The Maze" (brano tra l'altro scelto come singolo apri-pista di "Deep Detachment") è la tipica apertura col botto intagliata su ritmiche belle sostenute e suoni tra il selvaggio e il patinato, il tutto poi come sovrastato da ritornello e riff di chitarra pressoché indimenticabili. Pezzi come "Failed", "Sullen In Thoughts", "Halfway Through" o "Letter To His Father" rafforzano la teoria sulla versatilità di un suono concepito pensando ai concerti quanto alla necessità di non passare inosservato ai dancefloor. Scudieri fedeli del suono che ha definito il successo della Swiss Dark Nights, degni discepoli di Ash Code, Hapax e Lost On Me, i The Coventry possono oggi permettersi di camminare a testa alta in barba a molte altre band più blasonate e seguite del genere. Voto: 7,5/10
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