Recensione | Le Cygne Noir : "Shadow Of A Wrecking Ball"
LE CYGNE NOIR
“Shadow Of A Wrecking Ball”
(CD/LP/Digitale, Eyes Wide Shut Recordings/Cherry Red)
Occasione imperdibile, oggi forse unica, per rivivere appieno quei gloriosi giorni insanguinati di paranormale del cinema horror italiano, “Shadow Of A Wrecking Ball” è un disco bello ed importante. Colonna sonora di un'immaginaria nuova marcia di morti viventi che lo scorso venerdì 13 settembre, giorno di uscita dell'album, avrebbe calpestato la nostra terra, “Shadow Of A Wrecking Ball” riguarda con passione ai versetti diabolici di Goblin e Riz Ortolani senza però esimersi dallo scrutare oltre quel buio. Progetto solista del compositore britannico George Allen, Le Cygne Noir scopre il mondo dell'orrore e di quel fantastico che fa paura come scardinato un cigolante vecchio cancello arrugginito progettato da Dario Argento e Lucio Fulci. Sebbene l'incredibile tempestio di stelle che hanno partecipato al disco (da Neil Taylor dei Tears For Fears a tre quarti degli attuali The Mission sino ad arrivare a Julianne Regan degli All About Eve e al figlio della leggenda di Glen Campbell) quello che rimane definitivamente è la personalità di Allen. Dall'alba di una “From The Grave” altamente influenzata dalle tastiere rosso sangue dei Goblin al tramonto di una “Inferno” in cui l'amore per le colonne sonore horror si mescola con il rock poderoso degli settanta e ottanta, “Shadow Of A Wrecking Ball” lacera la mente traccia dopo traccia. Storie di vecchi moog proto-prog riscoperte nel pieno di una società dominata dai computer, come zombi, i brani di quest'album marciano a passo d'oca alla conquista della nostra mente. Ma è proprio quando l'inquietudine sembra rivelarsi tra le parole chiave per risolvere il puzzle di diavoli e mostri creato da Allen che, alleviandoci della paura, arrivano una “No Return” (magnificamente interpretata da Julianne Regan) dolce-amara come quei campi di fragole tanto cari ai Beatles e, a seguire, una “Paying The Price” totalmente incentrata sullo struggersi degli archi. Il solo difetto di “Shadow From A Wrecking Ball” è essere uscito nel pieno di un'epoca che corre troppo velocemente e non ricorda... Fermiamoci un attimo, ascoltiamo, proviamo a confrontarci con le nostre paure e (come disse Lucio Fulci) potremo così “vivere nel terrore”. Voto: 9/10
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