Recensione | October Burns Black : "Reflections"
OCTOBER BURNS BLACK
“Reflections”
(CD EP/Digitale, Outland Media)
Perso per strada Ger Egan (ricordiamo ex-frontman degli irlandesi This Burning Effigy), gli October Burns Black proseguono pescando ancora un'altra voce dagli anni novanta. Lui è Rod Hanna, allora cantante degli oscuri e granitici Return To Khaf'ji, autori di svariate cassette e due CD per la Resurrection Records (tra cui lo scintillante esordio con “From Darkest Skies”, per me tuttora tra i migliori lavori brith-goth di quell'epoca tutta “sex, drugs, and drum-machine”). Insomma, cambio di cantante a parte, gli October Burns Black si confermano un all-star-band della scena nineties, nelle persone di Tommy Olsson (un tempo Theatre Of Tragedy, Morendoes, Elusive, oggi Long Night), Lars Kappeler (The House Of Usher, Atomic Neon e molti altri, oggi Sweet Ermengarde), James Tramel (ieri e oggi negli americani The Wake) e Simon Rippin (ora The Eden House e Grooving In Green, anni fa alla corte di Carl McCoy sia con i Nefilim che i Fields Of The Nephilim). Anche se le impressioni più che positive del precedente EP “Fault Line” rimangono, il cambio di vocalist rimescola un po' le carte in tavola. Non importa se è stata la voce ad adattarsi alle nuove voglie degli October Burns Black o, al contrario, sono stati gli altri musicisti coinvolti nel progetto a comporre sulla base della diversa timbrica di Rod: di certo qualcosa è cambiato. Se la passionalità della voce di Ger marchiava il suono della band con un accento romantico difficilmente pareggiabile, il cupo susseguirsi delle strofe cantate da Rod spinge gli October Burns Black a dipingere paesaggi sonori più oscuri e cruenti. Parte “The Predator” e, decisi e sfrontati, gli October Burns Black ci riportano nel pieno di quegli anni novanta gotici popolati da The Merry Thoughts, Children On Stun, Cries Of Tammuz, Nosferatu e “sisterismi” vari. Peccato le canzoni siano poche, solo quattro, di cui due (“Dark Times Ahead” e “Reflections”) vicinissime alle atmosfere più oscure dei Return To Khaf'ji. “Cast Aside” però “spacca”: una “goticata” epica che ben riassume passato e presente della band. Quello che mi chiedo ora è: quale sarà il futuro degli October Burns Black e a quando il primo album? L'attesa comincia a farsi spasmodica per quello che, già assodato, è uno dei migliori gruppi traditional-goth in circolazione. Voto: 7,5/10
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