Recensione: Twin Tribes "Ceremony"
TWIN TRIBES “Ceremony”
(lp, cd / Manic Depression-Young And Cold Records, Negative Gain)
Dopo essersi imposti all’attenzione del pubblico e della stampa specializzata, con il debut album “Shadows” (2018), i Twin Tribes tornano alla carica con il nuovo “Ceremony”, disco che promette di andare oltre il già notevole successo raccolto dal suo predecessore, in continua ristampa, tra versioni in cd ed in vinile Il duo texano mette ulteriormente a fuoco la sua formula, imperniata su un classico suono darkwave, melodico e malinconico, cesellato da chitarre e synths, con le dieci tracce che compongono il nuovo album. “Heart & Feather”, seconda traccia del disco, è un perfetto esempio del sound dei Twin Tribes: melodie fresche ed immediate, debitrici della lezione della miglior darkwave anni ’80, riveduta e corretta con gusto moderno. I brani di “Ceremony” si susseguono senza sbagliare un colpo, ora indugiando maggiormente sul lato malinconico (“The River”, “Avalon”, “VII”), ora su quello più melodico/danzereccio (“Heart & Feather”, “Fantasmas”), trovando in “Obsidian” il brano più cupo del disco (qualcosa di paragonabile all’oscurità glaciale dei Cure di “Faith”). Si usa dire che il secondo album è quello più difficile per un artista: in questo caso Twin Tribes passa l’esame alla grande, con un disco che risulta anche migliore del suo pur pregevole predecessore. Voto: 8,5/10
https://www.manicdepression.fr/
https://youngandcold.de/