Recensione: Kontravoid "Too Deep"
KONTRAVOID “Too Deep”
(lp, Fleisch)
Ad un anno di distanza dall’ Ep “Undone”, ma ben sette dall’omonimo album di debutto, ecco “Too Deep” (pubblicato lo scorso Settembre e che quindi recensiamo con notevole ritardo), nuovo album di Cameron Findlay, alias Kontravoid, Il progetto americano continua sulla strada di un’elettronica oscura, tra synthwave, EBM ed industrial, dal pregevole gusto melodico per un disco di otto tracce (ricetta perfetta per non annoiare) che punta appunto sulla qualità e non sulla quantità. “Open The Wound” è un titolo quanto mai emblematico per il brano che apre il disco, caratterizzato da grooves industriali, che nella successiva “Turn Away” danno spazio a beats di pura EBM, per uno dei pezzi di punta del disco, sicuro potenziale hit. “So It Seems (Version 2)” è un altro brano azzeccatissimo, tra tripudi di percussioni metalliche, distorsioni industriali e vocals oscure, mentre la title-track chiude il lato A mostrandoci il lato più melodico e synthwave di Kontravoid, che poi è quello che caratterizza i quattro brani posti sul lato B, dai toni decisamente più “sintetico-melodici”. Si parte con “Never Alone”, a cui segue “Cost Of Life”, l’altro potenziale hit dell’album, ottimamente bissato da “Distress”. Chiude la strumentale “10.000 voices”. Il caleidoscopio elettronico di Kontravoid convince pienamente. Voto 8,5/10
https://fleischrecords.bandcamp.com/