Recensione | The Last Cry : "Lifeline"
THE LAST CRY
“Lifeline”
(Digitale, A Day Like Today)
Il quarto album del gruppo di Brighton (al momento pubblicato solo in digitale per la sospensione causa Covid-19 delle attività lavorative delle fabbriche di dischi) è il logico proseguimento di “Goodbye”. Anche in questa occasione (proprio come nel disco precedente) i The Last Cry dosano con attenzione scariche di pura energia a momenti di profonda malinconia. Sebbene li prediligo sempre nei loro brani più fisici (quelli da consumarsi preferibilmente sing-along sotto a un palco) i The Last Cry di “Lifeline” si dimostrano efficaci in ogni scelta fatta. Inizio subito d'impatto, prepotente, con “Lifeline Part One”, “Years”, “Judas” e “Outsiders”: la sintesi perfetta della forza di comunicazione, nuda e cruda, di questo gruppo tra gothic-rock anni novanta e hard-pop senza data di scadenza. “Life Without Life”, con la truppa dei fratelli Birch che allunga la durata del pezzo oltre ai sei minuti, è un grido di disperazione/ribellione/desolazione molto vicino agli esordi di fine anni ottanta. È “Hollow” il primo brano in cui i Nostri ripongono le armi da fuoco e, non senza strapparci una lacrima, si arrendono ad una malinconia eterna così da consegnarci la ballad perfetta. “Isolate” (titolo che di questi tempi pare purtroppo essere di moda) l'avevamo già ascoltata come singolo l'anno scorso e, a mio parere, rimane insieme a “Judas” tra i pezzi più taglienti della nuova urgenza di comunicazione dei Last Cry. “Hear Me” e “Lifeline Part Two” chiudono le ostilità riportando l'ago della bilancia a favore di sonorità più rilassate e struggenti. Forse bastavano due parole per descrivere “Lifeline”: bel disco! Voto: 8/10
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