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Recensione | The Coventry : "Unspoken"

THE COVENTRY

Unspoken

(CD/Digitale, Swiss Dark Nights)

Tre CD in tre anni (a ottobre arriverà il quarto), tre modi differenti di affrontare il genere dark (tra post-punk, synth-pop e new-wave) ma sempre a modo proprio. Questa la somma e la sostanza dell'interessantissima avventura musicale dei The Coventry che, riproponendosi qui con strutture elettroniche più marcate rispetto i precedenti lavori, evitano di ripetersi e perdersi nei meandri rindondandi del nulla odierno. Sebbene non un vero e proprio nuovo lavoro in studio bensì una raccolta di out-takes dagli album "The Art Of Survival" e "Deep Detachment" più qualche inedito, "Unspoken" espone caratteristiche inedite nei tratti somatici del suono della band pugliese. Parliamo di una compilazione che, attenzione, riesce a raccogliere i consensi del pubblico soprattutto per la sua omogeneità di composizione, esecuzione e riproposta. Anche se "Unspoken" non parte (come accadde in "Deep Detachment") con lo strepito post-punk di una "The Maze", la forza e la grinta dei The Coventry sono rimaste intatte; quello che è cambiato è solo il mezzo di espressione scelto per evocare il proprio ego. Le tastiere, dicevo, sono decisamente più marcate che in passato, andando così a favorire un suono che qui sa essere più orecchiabile ma anche maggiormente intimista e riflessivo. Meno influenzati che mai dagli ori dei compagni di label Ash Code e Hapax, The Coventry guardano a nuovi orizzonti evolvendosi in direzione di un'elettronica più fluttuante, atmosferica, che convince anche dopo numerosi ascolti. "Word Promises Lies" (brano che insieme a "Ferociously Enchanting" apparteneva al repertorio dei precedenti Terminal Front), così com'è con il suo incipit sintetico liberamente ispirato alla robottica dei Kraftwerk, è tra i passaggi più golosi di "Unspoken": una sorta di riproposizione moderna (con voci e ritmiche diverse) di quello che potrebbe essere definito "la riscoperta dei suoni più malati di Clock DVA". "It Must Be Carnival", con la perfezione di quelle percussioni asettiche che scandiscono una gran bella danza in nero tra wave e post-punk, è un ulteriore colpo di scena nascosto tra i tesori di "Unspoken". Una raccolta di materiale inedito che, ci tengo a sottolinearlo una seconda volta, si manifesta come un lavoro atmosfericamente molto omogeneo, avvezzo alla danza ma non privo di improvvisi colpi di scena che stuzzicano l'orecchio. Per me un "otto bello pieno" e un CD da riascoltare più volte dall'inizio alla fine. E adesso, in attesa dell'uscita del nuovo album di The Coventry in uscita in autunno, signore e signori, tutti in pista con "Life's Like A War"! Voto: 8/10


https://swissdarknights.bandcamp.com/

https://www.facebook.com/Thecoventry/

https://swissdarknights.bandcamp.com/album/unspoken


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