Recensione | Chaos Bleak : "The Bleakest Hour EP"
CHAOS BLEAK
The Bleakest Hour EP
(CD/Digitale, Nightbreed Recordings)
Chiedetemi qual è stato l'ultimo grande gruppo post-punk inglese: vi risponderò sempre e solo Every New Dead Ghost. Nel pieno di una stagione gotica che stava cominciando a snobbare le ruvide chitarre di Killing Joke e Play Dead a favore di soluzioni musicali potremmo dire "più leggere", gli Every New Dead Ghost (ispirandosi proprio alle due band appena menzionate) iniziarono la loro marcia distruttiva sull'Inghilterra e sull'Europa. Li vidi al Marquee di Londra nel 1992 e furono strepitosi. Oggi, quasi trent'anni dopo la fine di quell'avventura anarcoide e stridula (proprio come la voce dell'allora frontman Bones), il chitarrista Trevor Bamford (che ai tempi si faceva chiamare Trev Ghost), ricordandosi dei bei giorni passati e rispolverata la rabbia della sua sei corde, si abbandona alla nostalgia. Vero che una prima avvisaglia del mood di Trev lo avevamo già scorto nel precedente progetto Arcane Winter, ma con Chaos Bleak la faccenda è molto più palese. Non una copia deli ENDG però: solo un'ispirazione forte, quel che basta per giustificare i graffi di Trev sulla chitarra e (in coda all'EP) la cover della gloriosa "Miranda". Piers Sixx (già cantante degli Arcane Winter), Trev e Justin Walker (ex 13 Candles), non a caso, definiscono il proprio sound come un ritorno a quel "Pre-Goth Post-Punk" che andava in voga in Inghilterra prima che i Sisters Of Mercy cambiassero tutte le carte in tavola. Più di tutto l'EP possiede quel sapore di "vintage metà anni ottanta" che manca pressochè a tutte le nuove band britanniche in circolazione. L'amore scocca subito, con una goticissima “Empty Morning” in cui il verbo post-punk anni ottanta è filtrato da arrangiamenti moderni e un feeling anni novanta alla Nosferatu (sia qui l'influenza vampiresca di Justin Walker?). Falsa partenza di synth in “Return Revenge”, brano che poi sterza veloce verso un flusso di post-punk modernizzato. “Watch The Night”, sebbene ancora una canzone fresca e attuale, recupera tutta quell'anarchia di riff e melodie tipica degli Every New Dead Ghost: praticamente la stessa sorte riservata alla successiva “Seven Orchids V2” (seppure più industrial e rumorosa). Chiudono le ostilità due cover: “Xenomorph” dei 13 Candles e (come annunciato) “Miranda” dei ENDG. Che dire? In conclusione il tutto suona come il volere ritoccare un quadro del tutto famigliare a Trev e Justin, aggiustandolo con nuove pennellate di suono al passo coi tempi ma senza sbiadirne le tinte più vivaci. Voto: 8,5/10
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