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Recensione: Nation Of Language "Introduction, Presence"

NATION OF LANGUAGE “Introduction, Presence”

(lp, auto produzione)

Ci sono dischi di cui ci si innamora al primo ascolto. E’ esattamente quanto mi è accaduto con “Introduction, Presence”, debut album degli americani Nation Of Language. Questo trio di Brooklyn è attivo dal 2015, ma solo ora approda al primo album (auto-prodotto); il disco ci offre dieci tracce synth-pop che faranno la gioia dei nostalgici delle sonorità “new wave” anni’80 più melodiche/malinconiche. “Introduction, Presence” ci fa compiere un delizioso viaggio a ritroso nel tempo, su linee sintetiche intrise di melodia e nostalgia; chiunque ami la new-wave può trovare nel disco riferimenti alle bands ed ai suoni che hanno contraddistinto quell’epoca fantastica (per quanto mi riguarda, ad esempio, “Automobile” mi ricorda i Flock Of Seagulls). Bello dall’inizio alla fine, l’album per quanto mi riguarda dà il meglio di sé nella B-side, aperta appunto da “Automobile”; la successiva “Friend Machine” esalta il sound sintetico e nella mia mente evoca Gary Numan ed i Tubeway Army. Bene anche “Sacred Tongue”, “The Motorist” (un altro dei picchi emozionali dell’album) e la conclusiva “The Wall & I”, dove si affaccia un basso di “new orderiana” memoria. Disco favoloso ed assolutamente imperdibile per gli amanti delle magiche atmosfere sonore/sintetiche della prima metà degli anni ’80! Voto: 9/10

https://nationoflanguage.bandcamp.com/album/introduction-presence

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