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Recensione: Selofan "Partners In Hell"

SELOFAN “Partners In Hell”

(lp, cd, digital / Fabrika Records)

Con “Partners In Hell”, i Selofan giungono al sesto album della loro discografia. Un disco che ribadisce la progressiva evoluzione stilistica del duo ellenico, che sin dall’iniziale “The Grey Garden”, conferma di aver definitivamente abbracciato la causa coldwave, “ripudiando” quasi in toto la minimal-wave dei primi lavori. “Partners In Hell” si articola in undici tracce, come di consueto dalle atmosfere prettamente cupe, malinconiche e decadenti, che strizzano spesso l’occhio al sound dei compagni di scuderia Lebanon Hanover (tra le altre, si ascolti “Almost Nothing”); la successiva “There Must Be Somebody” è stata scelta come prima anticipazione del disco ed in effetti si tratta di uno dei brani più graffianti del disco. “Nichts” e “Zusammen” ribadiscono la passione di Joanna per la lingua tedesca, sublimata nella conclusiva “Auf Deiner Haut”, dove affiora prepotente il fantasma di X-Mal Deutschland. Ottime le atmosfere di “4 A.M.” e della malinconica “Happy Consumers”, mentre “Absolutely Absent” lascia spazio all’anima più prettamente post-punk, a cui fanno seguito le ritmiche incalzanti di “Metallic Isolation”. Come potenziale dei brani e livello di composizione/arrangiamenti, trovo che “Partners In Hell” sia il miglior album realizzato dai Selofan, realtà ormai da tempo consolidata del panorama coldwave/darkwave internazionale. Voto: 8,5/10

https://selofan.bandcamp.com/album/partners-in-hell

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