Recensione: ABU NEIN "Secular Psalms"
ABU NEIN “Secular Psalms”
(lp, cd / Young & Cold Records, Progress Production)
Trio svedese di Malmoe, Abu Nein rilasciano il loro debut album “Secular Psalms” per due diverse label, ciascuna delle quali si occupa di uno dei due formati in cui il disco viene stampato. Cinque delle dieci tracce che costituiscono “Secular Psalms” erano già in circolazione da tempo, essendo incluse nell’Ep “I Will Rise”, pubblicato nel 2019 e vengono quindi ora riproposte con l’aggiunta di altri cinque pezzi, per una coldwave oscura e sensuale, grazie alla bella voce femminile di Erica Lundqvist, che alterna brani dal buon impatto “dance” a pezzi dai toni più crepuscolari. Si decide di aprire il disco con il brano più efficace del lotto, quella “Dying Into A Dance” (uno dei cinque brani già editi nell’Ep), dai sinuosi toni malinconici e ballabili al tempo stesso; bene anche le successive “Love In Vain” e “Rotten Garden”, mentre sull’altro lato del disco si mettono in evidenza la title-track, “Sin”, con le sue efficaci ritmiche dance e la conclusiva “Geist”, il brano che più di tutti manifesta i dichiarati interessi di Abu Nein per l’occultismo. Senza farci gridare al capolavoro, “Secular Psalms” si rivela un discreto esempio di coldwave oscura. Voto: 7/10
(Recensione a cura di Giorgio Brivio)
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