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Recensione: Die Form "Mental Camera"

DIE FORM “Mental Camera”

(cd, 2lp / Trisol Music)



Se nel panorama calcistico (almeno in quello italiano) i migliori sono ancora i “vecchi” come Ronaldo ed Ibrahimovic, perché stupirsi che due vecchie volpi come Dive (di cui abbiamo già parlato) e Die Form realizzino ancora ottimi dischi? Il duo transalpino torna a quattro anni da “Baroque Equinoxe” con “Mental Camera”, disco che ce li restituisce decisamente più “in palla” rispetto a quel disco ed al precedente “Rayon X”. Sensuale erotismo ammantato di nero, vita e morte, Eros e Thanatos: tematiche e modus operandi sono invariate nel processo creativo di Philippe Fichot, ma per quanto mi riguarda, le 14 tracce del nuovo disco possiedono un fascino ed una coesione che mancava nei due album precedenti. Nessun singolo ha fatto da apripista a “Mental Camera”, come a voler certificare che si tratta di un disco compatto, senza un “hit” da passare ai posteri, ma nemmeno senza inutili riempitivi. Si lavora di mestiere? Sì, ed è forse inevitabile dopo oltre 40 anni di carriera e ci si auto-cita come in “Automatique” che non è che una nuova versione di “Automatic Love”, ma si è ancora in grado di affascinare con brani come l’iniziale “Au coeur de la nuit”, “Les roses sanglantes” e “Lilium Dolorosa”, giusto per fare solo tre nomi. Disponibile in diversi formati, dallo spartano cd al doppio vinile alla versione per collezionisti con ricco book fotografico, che è parte integrante dell’arte visionaria del progetto transalpino. I Die Form restano fedeli a sé stessi, prendere o lasciare. Voto: 7,5/10 (Recensione a cura di Giorgio Brivio)


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