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Recensione: I Ragazzi Del Massacro "Juvenile Street"

I RAGAZZI DEL MASSACRO “Juvenile Street”

(Digital Download, autoproduzione)



Con “Juvenile Street”, il nuovo lavoro dei suoi Ragazzi Del Massacro, Davide De Santis (vecchia conoscenza di Ascension Magazine tra Cineteca Meccanica, Der Blaue Reiter e U-Bahn Enfants) si scrolla di dosso gran parte di quei suoni darkeggianti che avevano sempre caratterizzato (con l'elettronica, la new-wave, il post-punk o il garage-rock) le sue precedenti pulsioni di artista. Disco per ora disponibile solo in formato non-fisico (ma mentre scrivo queste righe è già stata annunciata la pubblicazione di un 7” contenente “Big One” e “New Kind Of Sex”) “Juvenile Street” si rivolge alla gioventù di oggi, all'arte, al trapasso dell'eccezionalità come livellato dai Social, alla non-più-gioventù-incazzata di oggi. Nello stesso modo con cui avevano in passato abbracciato quel NO al blues (alla Nick Cave dei Birthday Party) I Ragazzi Del Massacro, sempre con originalità e sincerità d'intenti, dicono adesso SÌ ad una commistione tra rock and roll e soul che sa di vissuto, sporco, disilluso, maledetto. Tra i brani che più colpiscono l'ascoltatore al primo morso, subito, l'omonima “Juvenile Street”: un garage-blues velenoso, fumoso, arricchito dai fiati jazzati di Gigi Ghezzi (trombettista di Tonino Carotone). Con “New Kind Of Sex” (che come già detto sarà una delle due canzoni pubblicate su 45giri) si torna per un attimo alle atmosfere ruvide, da strada, dei vecchi ragazzi del massacro. “Juvenile Street” è un album che gira attorno al presente scansandone le finte gioie con gli umori malati e disillusi del passato. Un cantautorato rock bello e buono ma, alla luce della complessità della struttura musicale, legittimo figlio di una band e non di un solo uomo (sebbene Davide sia frontman per eccellenza del quartetto). Personalmente piace molto “Sand”, un up and down tra Gun Club e Bad Seeds come composto in Via Padova a Milano. “She Doesn't Wanna Come Back” è invece, a smentire tutto quello che ho scritto fino ad ora, un bel rock and roll spigliato tra Cramps, Stones, Stooges e Ram Jam. In “Losing Game” apre il suono la tromba di Ghezzi (l'approccio è molto morriconiano) per una ballata che più che struggente e visceralmente devastante. “Juvenile Street”, alla resa dei conti, è un album rivolto a chi cerca un disco vero conscio di quel proprio malessere costruito a tavolino tra “mi piace” e “amici senza un volto”. Lasciatevi tentare.... Ammalatevi di musica!

Voto: 7,5/10 (Recensione a cura di Alex Daniele)


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