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Recensione: Kirlian Camera "Cold Pills (Scarlet Gate Of Toxic Daybreak)"

KIRLIAN CAMERA “Cold Pills (Scarlet Gate Of Toxic Daybreak)"

(2lp, 2cd, 3cd art book, digital Download / Dependent Records)



“Those who would give up essential liberty to purchase a little temporary safety, deserve neither liberty nor safety” questa frase di Benjamin Franklin, riportata all’interno di “Cold Pills (Scarlet Gate Of Toxic Daybreak)” riassume bene il pensiero del progetto italiano riguardo ciò che è accaduto (e sta accadendo) nel mondo dall’inizio della pandemia. Una tragedia sanitaria sfruttata da taluni per imporre misure assai poco (o per nulla) democratiche e per dare il via ad una colossale operazione di “lavaggio del cervello” i cui effetti a lungo termine dobbiamo ancora vedere. Il discorso sarebbe assai lungo e certamente da alcuni non condiviso, meglio quindi tornare alla musica, ma mi sia consentito dire che mi fa molto piacere vedere che uno dei gruppi che più amo, non si nasconde dietro un dito e prende posizione su argomenti scomodi, quando non sì è allineati ai dogmi del “politically correct” e del mainstream (si veda anche la loro partecipazione all’assembramento sonoro e relativa compilation censurata a tempo di record da Bandcamp, ideata da Antonello Cresti). “Cold Pills” è un’opera monumentale (articolata su ben tre dischi per chi possiede la “limited edition” con suntuoso art-book), articolata su strutture elettroniche particolarmente oscure e sinistre, che concedono poco spazio a potenziali singoli d’impatto (esemplificativa la scelta di “The 8th President”, brano tutt’altro che immediato, come primo singolo ad anticipare l’album); fa quindi doppiamente piacere vedere che il disco stia scalando le classifiche tedesche nonostante, appunto, non sia tra i lavori più accessibili della lunga discografia di Kirlian Camera. Disco impegnato ed impegnativo quindi, dove l’elettronica oscura e talvolta sperimentale, si fonde con le chitarre (la splendida “I Became Alice”, tra i momenti più briosi del disco) e la magistrale prova vocale di Elena Alice Fossi; opera compatta che mette comunque in evidenza brani come “Lobotomine 5” (il cui videoclip è esemplificativo di quanto ho scritto in apertura, riguardo la manipolazione delle masse), la title-track e “Phoenix Aliena”, altro pezzo che squarcia il velo d’oscurità e pessimismo che permea l’album per farci viaggiare sulle ali di magistrali synths darkwave. La “freddezza” (o presunta tale) dell’elettronica, abbraccia il calore della celestiale voce di Elena anche in “Lux Industries”, altra gemma che troviamo sul finire del secondo disco. Ogni volta che sono chiamato a parlare di un loro disco, non posso fare a meno di svelare la mia “parzialità” nei confronti di Kirlian Camera, ma tant’è….. “Cold Pills” è l’ennesimo tassello di una discografia sterminata e di altissima qualità, per un progetto che definire leggenda è doveroso!

“We are not humans having a spiritual experience, but we are spirits who are having a human experience” Voto: 9/10 (Recensione a cura di Giorgio Brivio)



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