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Recensione: Nation Of Language "A Way Forward"

NATION OF LANGUAGE “A Way Forward”

(lp, cd / PIAS)



Secondo album per gli americani Nation Of Language, “A Way Forward” arriva un anno dopo l’ottimo “Introduction, Presence” (auto-prodotto e divenuto oggetto di culto, reperibile non certo a buon mercato su Discogs); il trio newyorkese è invece ora sotto contratto con PIAS, che garantisce certamente una migliore distribuzione al nuovo disco. Seppur non mi abbia folgorato quanto il lavoro precedente, non posso negare l’indubbio fascino che “A Way Forward” è in grado di esercitare sugli appassionati di sonorità sintetiche di chiara matrice “primi anni’80”. Synthwave malinconica e minimale, che può rimandare ad innumerevoli figure di riferimento di quegli anni (per quanto mi riguarda, il primo nome che mi viene da scomodare sono gli OMD), a testimonianza di come certe sonorità abbiano tracciato solchi indelebili negli animi anche di chi, probabilmente, all’epoca non era nemmeno nato. Brani come “Across That Fine Line”, “The Grey Commute”, “This Fractured Mind”, giusto per citare tre delle dieci tracce del disco, ci fanno compiere un viaggio a ritroso nel tempo, tra impulsi dance e veli malinconici. Come ampiamente sottolineato, “A Way Forward” non è certamente un disco innovativo, ma anzi è fieramente e saldamente ancorato alla tradizione synthwave degli anni’80 che i Nation Of Language ci avevano dimostrato di amare sin dal disco precedente. Se quindi ritenete che questo genere non abbia più nulla da offrire, passate oltre, se invece siete interessati alla rilettura di un band giovane, fatevi sotto. Voto: 7,5/10 (Recensione a cura di Giorgio Brivio)



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