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Recensione: NFD "Trinity Ep"

NFD “Trinity EP”

(CD EP/ Download, Gothic Citadel Records)



Gli NFD (sigla che sta per Noise Of Destruction) nascevano una ventina di anni fa' dalla collaborazione di vari esponenti della scena gothic-rock inglese. Il primo nucleo del gruppo comprendeva il cantante Peter “Bob” White (Sensorium), il bassista Tony Pettitt (Fields Of The Nephilim e The Eden House) e il batterista Simon Rippin (Sensorium, ex Fields Of The Nephilim e The Nefilim), al quale si aggiunsero poi i chitarristi Stephen Carey (This Burning Effigy, The Eden House) e Chris Milden. Molto influenzati dalle rispettive esperienze precedenti (leggi “gothic-rock alla Fields Of The Nephilim), gli NFD hanno proseguito con dischi, vuoi derivativi, vuoi anche potentissimi, fino al 2016. Nel 2021, con l'uscita di un box di rarità intitolato “Requiems From The Abyss”, gli NFD ci avevano lasciato immaginare fosse giunta l'ora dell'addio (d'altronde, con il traslocare dall'Inghilterra agli Stati Uniti di Peter, avevamo poi una ragione in più per crederci). E invece, anche perché grazie alle recenti tecnologie puoi fare tutto a distanza di miliardi di chilometri, ecco la bandiera NFD innalzarsi nuovamente in alto all'asta. Sono solo tre le canzoni contenute su questo EP, più una manciata di remix che aumentano il numero dei brani a otto. “Surrender To My Will”, il brano principale di questo extended-play ci riporta al debutto dei Sensorium: gothic-rock potentissimo, al confine dove il genere sfiora il metal, con chitarre squassanti, ritmiche frenetiche e una voce che (non poteva non essere altrimenti) ricorda quella di Carl McCoy dei Fields Of The Nephilim. Ben cinque le versioni di “Surrender To My Will” inserite in “Trinity EP” (tra le quali spicca un remix di Ben Christo dei Sisters Of Mercy e uno ad opera di Mark Gemini Thwaite di fama The Mission, Tricky, Gary Numan e Peter Murphy), cosa davvero strana, una migliore dell'altra! “To Find My Heaven” (l'odore di zolfo dei Fields Of The Nephilim è ancora nell'aria) è un brano invece più lento, profondo, cupissimo: “un'ultima via di uscita per chi si è perso” (non so se i lettori hanno afferrato la “battuta”). Anche in questo caso, valore aggiunto alle capacità dei singoli musicisti di remixare musica rock senza rovinarla, la versione diversa dello stesso pezzo funziona benissimo. Se fin qui, come potrebbe immaginare qualcuno, è mancata l'originalità (preferisco non attizzare polemiche in merito perché, almeno per il sottoscritto, quasi tutto quello che circola oggi ha del già sentito, dal rock all'elettronica, dal post-punk all'industriale, dal folk al minimal) si presti allora un ascolto a “Static On My Soul”, numero che alza di una spanna l'interesse per questo nuovo atto di NFD. Lavoro (per ora disponibile solo in download ma presto in uscita fisica) immancabile per chi nell'armadio ha ancora un chiodo sporco di farina. Voto: 8/10 Recensione a cura di Alex Daniele


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