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Recensione: Schonwald "Abstraction"

SCHONWALD “Abstraction”

(lp, cd, digital download / Manic Depression Records)



Ancora inebriati dalle note di “Toxic Behaviours”, gioiellino realizzato nelle vesti di Shad Shadows, eccoci a godere della magnificenza di “Abstraction”, nuovo album di Schonwald, il progetto “storico" di Alessandra Gismondi e Luca Bandini: dieci nuove gemme per il duo ravennate, come sempre in equilibrio tra coldwave, shoegaze e darkwave. Apertura affidata all’ottima strumentale “Desert” che ci proietta nei territori sonori cari a Schonwald, tra vortici chitarristici e linee di synths. “No Return” e “Polar” spianano la strada all’eccellente e già nota “Inner Sin”, brano dall’appeal immediato ed assolutamente trascinante, con la successiva “Fall Apart” a chiudere ottimamente la prima facciata del disco. Le atmosfere rarefatte di ”Echoe’s Dream”, aprono la B-side, evocandomi i primi Cocteau Twins e, in una sorte di mia personale visone mistica, mi paiono incarnare la voce della statua raffigurata in copertina, che ci chiama dalle profondità di Atlantide. “Passion Of Lovers” è un’altra delle punte di diamante del disco e torna a far salire i giri nel motore. I magnifici riverberi shoegaze di “Reflex” ci conducono alle conclusive “Violet” e “Fire Fire”. A tre anni da “Night Idyll”, gli Schonwald tornano a fare centro e, come il buon vino, migliorano col tempo: “Abstraction” è un disco eccellente, per una band italiana di cui andare orgogliosi! Voto: 9/10

(Recensione a cura di Giorgio Brivio)



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