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Recensione: Sex Gang Children "Oligarch"

SEX GANG CHILDREN “Oligarch”

(cd/digital download, Liberation London)



“Cerca di essere un guerriero, non uno schiavo! Dai voce a una sfida verso coloro che vorrebbero vederti cadere. Vai in guerra e combatti lo spettro dei nostri tempi: l'Oligarca”... Anche in questo nuovo album a nome Sex Gang Children, il frontman Andi McElligott (meglio conosciuto come Andi Sex Gang) non perde l'occasione per dare sfogo alle proprie posizioni socio-politiche. “Oligarch” è un buon lavoro, un disco che nonostante il rientro in formazione del primo batterista Rob Stroud non accenna all'enfasi delle danze macabre di “Sebastiane”, “Dieche” o “Song And Legend” ma, come già successo in “Bastard Art” e “Viva Vigilante” lascia invece ampio spazio alle visioni decadenti di Andi. Lo spot di denuncia sociale dell'anti-oligarca McElligott comincia con un brano dalle tinte fosche, così come segnate da un cavernoso incedere di profondo basso, che risponde al titolo di “Dead Peasants”. Le critiche al capitalismo di “Cannibal Lives” mescolano con consumata sapienza la vivacità post-punk di Sex Gang Children (anche qui è l'ottimo lavoro di basso di John Rigby a fare la differenza) e il teatrale arringare da Speakers' Corner di Hyde Park di Andi. “Masquerade”, che incastona magnificamente stimoli vintage e stratificazioni sonore più moderne, è il primo centro perfetto di un album che merita tutta l'attenzione di vecchi e nuovi fan di Andi. Il resto del disco, è caratterizzato da un mood più cabarettistico, risultando “meno Sex Gang Children” e più “alla Andi solista”, con ballate struggenti (la bellissima “Berlin Kiss” su tutte) e visioni di un disilluso chansonnier d'oltremanica. In coda al disco, due rielaborazioni dal passato di Andi: un'interpretazione stripped di “Barbarossa” (la versione originale era sull'album “Medea” del 1993) ed un nuovo sgarciante abito dance-punk (che solo nella versione in compact-disc si moltiplica in quattro remix differenti) per la già ottima “Death Mask Mussolini” (da “The Devil's Cabaret” di Andi Sex Gang), ricordiamo composta insieme a Piero Balleggi dei Neon in ricordo del vecchio progetto Dirty Roseanne. Le ultime righe di questa recensione le dedichiamo a Cam Campbell, il bassista della schizofrenica “The Quick Gas Gang” (dall'album “Blind”) e della irripetibile bellezza della cover di Piaf “Les Amants D'Un Jour”, scomparso lo scorso Aprile dopo una lunga battaglia con il cancro. Voto: 7,5/10 (Recensione a cura di Alex “Mish” Daniele”)



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